Tennis allo specchio: a scuola dai professionisti

Lo psicologo Simone Feola ci spiega una tipologia di mental training che trae spunto dalle neuroscienze, sfruttando le qualità funzionali dei cosiddetti “neuroni specchio”

L’articolo di questa mese della rubrica ISMCA sulla preparazione mentale è dello psicologo con specializzazione in neuroscienze cognitive Simone Feola, international coach GPTCA (e giocatore ancora in attività con classifica FIT 2.6) che lavora come preparatore mentale in diverse realtà tennistiche dell’Umbria e del Lazio.

“I neuroni specchio diventeranno per la Psicologia ciò che il DNA è stato per la Biologia” (Vilayanur S. Ramachandran).

Negli anni novanta un gruppo di ricercatori dell’Università di Parma, guidati dal professor Giacomo Rizzolatti, fece una scoperta che ebbe un impatto molto forte sul mondo scientifico, la cui risonanza ha coinvolto molte aree applicative dalle neuroscienze alla psicologia fino allo sport.
Studiando il sistema nervoso dei primati, gli scienziati di Parma, trovarono l’esistenza di una tipologia di neuroni che possedevano delle proprietà molto particolari. Si trattava di neuroni motori (coinvolti perciò nel sistema motorio della scimmia) i quali però rispondevano (si attivavano) anche in seguito a stimoli sensoriali. Per le loro qualità funzionali vennero denominati “neuroni specchio” (mirror neurons). Queste particolari cellule nervose si attivavano sia nel momento in cui la scimmia compieva un’azione motoria (come ad esempio afferrare una nocciolina), sia nel momento in cui l’animale vedeva un ricercatore (o un’altra scimmia) compiere la stessa azione. Volendo sintetizzare, si può affermare che una parte del cervello del primate non faceva distinzione alcuna tra un movimento compiuto e un movimento osservato. Successivi studi hanno dimostrato l’esistenza di un sistema di neuroni specchio con le medesime proprietà anche nel sistema motorio umano (Fadiga et al. 1998). Questo ci permette di capire che siamo programmati per entrare in contatto diretto con azioni e comportamenti degli altri, attraverso un sistema che simula internamente (esattamente come se lo stessimo facendo noi) quello che stiamo vedendo.

NEURONI SPECCHIO E TENNIS
Questa scoperta può fornire delle informazioni molto utili a chi si occupa di sport e si pone l’obiettivo di allenare delle abilità motorie: ci permette di migliorare le procedure motorie sottostanti il gesto. L’approccio multilaterale all’allenamento prevede che ogni sessione coinvolga aspetti tecnici, tattici, fisici e mentali. L’esistenza di un circuito di neuroni specchio può suggerirci una tipologia di allenamento mentale che trae spunto dalle neuroscienze e che, sfruttando le caratteristiche funzionali del nostro sistema motorio, può aiutarci a migliorare ed affinare specifiche abilità tecniche. Possiamo pensare di dividere questo training in tre fasi.

 

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